La Castelluccia - Roccia dei tedeschi - Monte Pizzuto
14 La Castelluccia (1247 mt) • Roccia dei tedeschi (1214 mt) • Monte Pizzuto (1189 mt)

Dislivello
Tempo
Difficoltà
Lunghezza
Descrizione Percorso
Il percorso si snoda, nella prima parte, attraverso una fitta pineta che permette solo nelle sue radure la presenza di specie autoctone. Questa essenza vegetale (Pinus nigra J.F.Arnold subsp. nigra) è stata da sempre utilizzata in Italia per i rimboschimenti perché capace di attecchire facilmente su terreni poveri e poco spessi. Di contro, attraverso i suoi aghi, contribuisce in modo decisivo ad acidificare il suolo; inoltre, la persistenza di copertura fogliare per tutto l’anno, limita la radiazione solare che colpisce il terreno. Questi due fattori determinano una presenza ridotta nel numero di essenze vegetali che formano il sottobosco, infatti ad esclusione di graminacee che crescono abbondantemente, altre essenze fiorali sono sporadiche. Il pino, non essendo tipico di questi territori, soffre più facilmente l’attacco di parassiti, lo dimostra la diffusione della processionaria, un lepidottero (Thaumetopoea pityocampa Denis & Schiff., 1775) che allo stato larvale forma dei bozzoli sericei di 30-40 cm di diametro che fungono da nido. Giunti nei pressi della Roccia dei Tedeschi e continuando verso Monte Pizzuto, il paesaggio tende a cambiare. Il pino nero scompare, viene sostituito da essenze spontanee quali carpini (Ostria carpinifolia Scop.) e aceri (Acer campestre L. e Acer opalus Mill. subsp. obtusatum Gams) e soprattutto da una flora arbustiva e erbacea che varia moltissimo a seconda della stagione in cui si visita. Da Monte Pizzuto si apprezza San Donato Val di Comino dall’alto e soprattutto si vede la bellezza di tutto il territorio vallivo.
