Miniere di Re Ferdinando
21 P4 (915 mt) •
Miniere di Re Ferdinando (1080 mt)

Dislivello
Tempo
Difficoltà
Lunghezza
Descrizione Percorso
Sin dall’inizio, il sentiero si presenta come un tratturo che mette in evidenza l’intenso utilizzo antropico dello stesso; scalini e muretti a secco che bloccano le pietraie sono le più evidenti testimonianze di tale passaggio. Interessante è la progressiva modificazione del paesaggio; si passa da una radura all’imbocco del sentiero che rappresenta un bellissimo esempio di giardino roccioso che salendo scopre le proprie particolarità e dove ogni anfratto è nascondiglio per una piccola specie vegetale. Il massimo splendore si ha nella tarda primavera, quando la calura estiva ancora non limita la sopravvivenza delle essenze vegetali annuali. Salendo di quota si incontrano aceri (Acer opalus Mill. subsp. obtusatum (Waldst. & Kit. ex Willd.) Gams), maggiociondoli (Laburnum anagyroides Medik. subsp. anagyroi- des), roverelle (Quercus pubescens Willd. subsp. pubescens) e tra gli arbusti domina il rovo (Rubus ulmifolius Schott). Il bosco diventa sempre più fitto e vi è la sostituzione delle essenze arboree con lecci (Quercus ilex L. subsp. ilex) e soprattutto con i primi faggi (Fagus Vipertina (Echium vulgare L.) sylvatica L. subsp. sylvatica). Il passaggio degli animali è evidente dalle loro tracce, non rari sono gli aculei di istrici (Hystrix cristata, Linnaeus 1758), penne di ghiandaia (Garrulus glandarius, Linnaeus 1758), escrementi di martora (Martes martes, Linnaeus 1758) e residui di pigne rosicchiate da scoiattoli (Sciurus vulgaris meridionalis, Lucifero 1907). Il percorso può proseguire (lungo il sentiero 21 bis) attraverso un suggestivo tracciato fatto dagli animali selvatici. Lo stretto sentiero conduce all’incrocio con il sentiero 22.
